Mobilità: più auto e meno mezzi pubblici
L’Osservatorio Continental Mobilità e Sicurezza, arrivato alla seconda edizione, si pone in questo 2020 l’obiettivo di studiare come la pandemia abbia cambiato il modo di intendere la mobilità negli italiani. Quali bisogni, paure e abitudini stiano emergendo, in maniera più o meno evidente, dalle scelte degli italiani in fatto di mobilità.
La ricerca, svolta in collaborazione con Euromedia Research (effettuata tra il 14 e il 18 settembre 2020 su base campionaria di 2500 individui di età maggiore ai 18 anni), ruota attorno alle aspettative degli utenti della strada e le loro ricadute sulla mobilità generale.
Dai risultati “Emerge un ritorno di interesse per l’automobile privata come mezzo di trasporto che garantisce sicurezza in tutte le sue accezioni, compresa quella sanitaria oggi divenuta di drammatica attualità” ha dichiarato Alessandro De Martino, AD di Continental Italia.
Il virus, il lockdown e la conseguente crisi economica hanno minato l’ottimismo e la speranza facendo crescere un sentimento di paura alimentato dal diffondersi del Covid e da una normalità che stenta a tornare.
La paura del contagio incide senza dubbio sul mondo della mobilità. La ricerca ha evidenziato come l’automobile sia il mezzo più scelto dai nostri connazionali. Oltre un italiano su due (il 57%) sceglie di muoversi con la propria auto perché la ritiene il mezzo più sicuro con cui muoversi (67%), segnando un +23% rispetto all’anno precedente.
Le automobili, guidate prevalentemente dalle donne (62%), sono considerate in questo momento di emergenza il mezzo più sicuro soprattutto nella fascia d’età over 65, la più esposta ai sintomi gravi del virus.
I mezzi pubblici, continuano ad essere utilizzati (22%) ma solo il 2,7% degli viaggiatori si sente sicuro nell’utilizzarli. Bassa anche la percentuale di persone che si muove con monopattini, monoruota e biciclette (3%), principalmente residenti nelle grandi città.
In generale, tre italiani su dieci (34%) dichiarano di aver modificato le proprie abitudini per quel che riguarda la mobilità. Di questi circa il 60% per motivazioni legate alla paura del contagio (il 40% non usa più i mezzi pubblici, il 10% non usa più i treni e un altro 10% dichiara proprio di non sentirsi sicuro ad uscire di casa). La restante percentuale ha cambiato le proprie abitudini a seguito dell’imporsi dei nuovi modelli lavorativi, come lo smart working e il south working.
Oltre l’83% degli intervistati non vede un ritorno alla normalità a breve termine e dichiara che manterrà le nuove abitudini “sicure” almeno fino alla fine dell’anno o fino a che non arriverà un vaccino.
Se l’auto si conferma come mezzo di trasporto principale, ci sono novità da punto di vista dell’alimentazione: uno su tre cambierebbe il proprio veicolo scegliendo un motore ibrido o un full electric (ancora “solo” il 17%).